Complesso architettonico che ha segnato la storia dell’arte e dell’architettura del dopoguerra, il mausoleo delle Fosse Ardeatine è un luogo di commemorazione di un tragico pezzo della storia italiana, l’assassinio del 23 marzo 1944 di 335 cittadini italiani per mano dei nazisti, come rappresaglia all’uccisione di 33 soldati tedeschi da un gruppo di partigiani in via Rasella a Roma. I 335 uomini furono fucilati nelle cave di puzzola della via Ardeatine che furono poi fatte brillare per occultare i cadaveri. Le esplosioni furono udite da un gruppo di religiosi che fecero la tragica scoperta. Per commemorare questo evento tragico e dare sepoltura ai martiri fu costruito un sacrario dagli architetti Giuseppe Perugini, Nello Aprile e Mario Fiorentini, vincitori di un concorso indetto dal comune di Roma. Una grande pietra tombale è adagiata su sei pilastri a copertura delle sepolture, che si susseguono in identica successione, accomunate dal senso del loro tragico destino. La cancellata, dello scultore Mirko Basaldella, descrive un groviglio di brandelli umani che esprimono figurativamente tutta l’atrocità dell’eccidio.